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Ode a chi resta

Convento

Rimanere non è restare fermi. È scegliere di essere custodi di un'eredità, di un'identità, di una memoria che altrimenti rischierebbe di perdersi nel vento. Non è rassegnazione, ma resistenza. Non è paura dell’ignoto, ma amore per il conosciuto, per le radici che affondano nella terra e che, anziché imprigionare, danno sostegno.

Penso a chi ogni mattina apre la bottega, a chi lavora la terra, a chi si prende cura di case che altrimenti resterebbero vuote. A chi alla domanda “ha mai pensato di andare via da qui?” risponde «Questo è l’unico posto in cui sento di avere una missione».

Eraclito diceva: "Non si può discendere due volte nello stesso fiume", eppure, chi resta conosce il valore di ogni goccia d’acqua che scorre. Sa che anche la stabilità è movimento, che ogni giorno porta una sfida nuova, un’occasione per rendere migliore ciò che si ama.

Ode a chi resta e non si arrende. A chi vede oltre l’apparente immobilità, a chi trasforma il proprio angolo di mondo con le mani, con il cuore, con la dedizione. A chi non si lascia tentare dalla fuga, non per mancanza di sogni, ma per il coraggio di realizzarli proprio lì, dove tutto è iniziato.

A voi, custodi della memoria, costruttori di futuro, va il mio pensiero e la mia ammirazione.