È stata per me una scoperta singolare rendermi conto di quanta filosofia sia intrecciata nelle
discipline ingegneristiche. Inizialmente, sfogliando i testi di studio, mi sorprendevo a chiedermi se
avessi acquistato il libro sbagliato. Eppure, pagina dopo pagina, emergeva con forza l’influenza
dell’antico pensiero orientale.
Concetti come il kaizen, il miglioramento continuo, il muda, ovvero l’eliminazione degli sprechi, e
l’armonia del heijunka, il bilanciamento, da termini estranei sono diventati principi fondamentali,
non solo nello studio, ma nella vita stessa.
There was a constant striving for perfect balance, where every element, no matter how small or seemingly insignificant, had its rightful place, its proper time, and its perfect measure.
Questi principi riecheggiano nelle grandi correnti filosofiche orientali: il Buddismo Zen, con la sua
dedizione alla pratica costante e alla ricerca della perfezione nell’esperienza quotidiana; il
Confucianesimo, che esalta ordine, disciplina e rispetto per le regole; fino al Bushidō, il codice dei
samurai, che incarna valori di responsabilità, autodisciplina e rispetto per il lavoro ben fatto.
Come insegnava Confucio: “L’armonia è la cosa più preziosa”. Ogni sistema, per funzionare, deve
aderire a questa logica, in cui la precisione e la semplicità si fondono per creare un ordine
naturale.
Forse, allora, il vero sapere ingegneristico non è altro che una forma di saggezza antica, applicata
al mondo contemporaneo.